Carissimi
questo viaggio a Tondo, se di viaggio si può parlare, è nato grazie a Daniele e a sua moglie Fiorella. Fondamentalmente, io e mia figlia Serena, avevamo capito che era arrivato il momento di partire ed andare direttamente in loco, per renderci conto di persona della reale situazione.
Saper di partire per conoscere, e condividere pochi giorni con una realtà che a tratti sentivo di conoscere, mi attraeva; mi riempiva di emozione il poter abbracciare i bambini adottati a distanza da tante persone, a me e a noi vicine.
Il viaggio d’andata, Venezia-Manila, in realta’ durato 24 ore, ci è sembrato corto e all’aeroporto di Manila, una volta arrivate, insieme a Tess , ci attendeva un caldo umido ed asfissiante, che ci comunicava, il nostro arrivo ai tropici, con un tramonto mozzafiato, proprio nella sera del primo di dicembre.
P.Giovanni, all’ istante ci chiama: la sua voce risuona all’interno di un grande supermercato di Makati, una delle tante citta’ all’interno della metropoli che e’ appunto Manila. Era insieme ad un gruppo di 60 bambini della scuola elementare. Erano stati chiamati a cantare sotto un grande albero di natale che sarebbe poi stato benedetto e inaugurato a favore di una associazione benefica.
I volti sorridenti di questi bambini e l’atmosfera natalizia, non ci avevano ancora permesso di capire le forti emozioni che ci aspettavano.
Nei giorni seguenti, io e Serena,ci siamo immerse nella realtà vissuta ogni giorno dallo staff che organizza i progetti sostenuti da tante persone in Italia, a partire dal progetto adozioni a distanza, il progetto cesta basica, quello per i tubercolotici, la clinica con le fisioterapiste ed il medico, la realtà della scuola materna, chiamata Scuola della Gioia, il progetto Talità Kumì, insomma, un nuovo mondo che e’ poi il mondo che noi viviamo a distanza di ben piu’ di diecimila chilometri. La parrochia di Nepo e quella di San Pablo Apostolo, la costruzione della nuova scuola materna, con la sala multimediale, la chiesa e la comunità dei Padri Canossiani, queste ultime non ancora in costruzione ed il seminario di Quezon City.
Ma spendero’ pero’ alcuni minuti,per raccontarvi l’incontro con i patners (un gruppo di circa 25 persone, ragazzi, ragazze ed alcuni genitori animatori degli altri scolars). Domenica pomeriggio 5 dicembre, Padre.Giovanni dopo il consueto incontro formativo con gli stessi, ci invitava ad incontrarli, non solo per fare una reciproca conoscenza ma anche per confrontarsi, su tutto cio’ che era la loro fattiva attivita’. Al mattino avevamo partecipato alla Santa Messa nella cappella di “Happyland”, se di cappella si può parlare, considerando l’estrema poverta’ del luogo: nel mezzo di una vasta baraccopoli con disagio e sporcizia a non finire, nonostante il luogo davvero miserabile, emergeva la grande dignita’delle persone riunite , con in testa i bambini, tutti vestiti in maglietta o camicia bianca e capelli appena lavati. Avevano un sorriso vero e sincero e ci accoglievano come si accoglie un ospite nella propria casa, con tutti gli onori del caso.
Tanti bambini avevano il libretto del progetto adozioni a distanza e così iniziavo a capire quanto, la formazione proposta insieme all’istruzione sia cosi’ importante.
Questa considerazione mi ha convinto ancor più nel pomeriggio, nell’incontro avuto con i partners: a loro ho cercato di far comprendere che tutti, ragazzi e bambini adottati, sono amati da noi in Italia come dei figli e ho loro detto che l’istruzione è fondamentale; l’istruzione unita al sacrificio, perché senza sacrificio non si arriva a nulla. Ho cercato di far comprendere loro quanto sia importante la perseveranza, nel cammino scolastico intrapreso e quanto sia penoso e addolorante per gli sponsor , ricevere e comprendere, il perché , una volta ricevuta la notizia, alcuni dei ragazzi abbiano abbandonato la scuola stessa e quindi cio’ che e’ per loro fondamentale, ovvero la cultura. Ritengo infatti che ove vi sia cultura, sara’ difficile alla poverta’ instaurarsi.
Loro con le lacrime agli occhi hanno parlato della loro storia, non si sono vergognati di confidarci che abitavano ad “Happyland”, condizione ancora più difficile di Tondo… dove alcuni anni fa c’è stato l’incendio e ci hanno ringraziato con immane felicita’ e ci hanno pregato di portare a voi tutti il loro riconoscimento, per la paziente opera svolta.
Prima di lasciarci mi sono data un compito e ne ho dato loro un altro: A me spetta di portare a tutti voi il loro affetto, la loro riconoscenza per far si che altri ancora credano quanto sia importante l’aiuto che viene donato e a loro ho dato il compito di fare tutto il possibile per far capire ai ragazzi che non devono lasciare il progetto scolastico per scelte momentanee.
Scelte momentanee che ho compreso visitando le vicine città di Manila: Makati ,Quezon, Malate,Burgos,Fort Bonifacio ed altre ancora, che offrono una svariata quantita’ di lavoro a basso prezzo.
Ma solo l’istruzione unita alla formazione umana e cristiana, potrà donare a loro, alla loro famiglia e alla loro gente, un futuro diverso, una dignità che hanno dentro e manifestano in modi più diversi, una dignità che non deve essere loro tolta, ma continuamente donata.
Donata dai Padri Canossiani Missionari che hanno la capacità di “STARE” con loro e dividere con loro, una situazione che umanamente sembra invivibile…
Donata da voi e da tanti che come voi, si privano di qualche cosa, non sempre superfluo, per poter essere loro vicini…
Donata dai sacerdoti filippini Canossiani che con lo spirito di amore per i poveri e per i piccoli, generano stimolo e fiducia ed uno spirito, vissuto da Santa Maddalena di Canossa, che diceva che il Signore non è amato perché non è conosciuto.
In questo Natale ho visto il vero volto del bambino Gesù riflesso negli occhi di quei bambini scalzi, nudi, sporchi, in braccio alle loro mamme spesso senza denti ma con il sorriso più bello che abbia mi visto.
Buon Natale a tutti voi, perché nel volto del vostro adottato avete trovato senz’altro il volto di Cristo.
Maria Luisa Girlanda
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